14.5.11

Riflessioni in libertà - in partenza per il Salone del libro

In questo maggio sono scontenta. Sono scontenta di un diffuso modo di pensare e di vedere in cui non mi riconosco. Non sto parlando in generale, sto parlando delle logiche di mercato che regolano l’editoria. Sarà che a me i libri continua a piacere prima di tutto leggerli, sarà che sono inspiegabilmente romantica, ma nelle varie occasioni in cui mi sono confrontata direttamente o ho assorbito per osmosi, diciamo così, la posizione di qualche pezzo grosso dell’editoria milanese, mi è venuta la pelle d’oca. Ovvio che una casa editrice è un’azienda che, come tutte le aziende, punta al fatturato. E che sia il più alto possible. Ma produce e vende libri. Ovvero prodotti in cui la cosa più importante, quella che fa davvero la differenza, non si vede a colpo d’occhio, ma solo leggendo.

Che gli ebook siano considerati dai grandi editori come un rischio, un mercato in cui essere presenti ma cercando di rallentarne il più possible la diffusione, è una cosa che continua a sembrarmi miope, ma che capisco. Il timore è la certezza che, alla fine, “il prezzo di copertina degli ebook sarà sempre troppo basso”. Troppo basso rispetto ai desideri degli editori - e se no, rispetto a cosa?

Quello che però più mi amareggia è che la vera ricchezza di una casa editrice, il catalogo, sia passato in secondo piano rispetto alla logica del best seller, che è già tale prima ancora dell’arrivo in libreria grazie a una strategia marketing ben costruita. Poco importa se si spaccia un femminile per un thriller, un romanzo per ragazzi (nemmeno dei migliori) per il nuovo fenomeno della letteratura mondiale, quello che riporterà in auge le sorti del crossover prima che si spenga il fumo di Harry Potter, o se si sfornano romanzi fotocopia l’uno dell’altro. Il lettore, rassicurato, acquista e ringrazia.

Allora forse quello che mi amareggia non è la logica di mercato, è il consumatore. È il lettore. Che si riempie la casa di libri in classifica. Che ama i tomazzi con copertina rigida e sovraccoperta. Che chiede al libro qualche ora di evasione dalla realtà, ma senza che questo richieda l’attivazione del cervello.

Non che non vengano più pubblicati bei libri, negli ultimi anni ne ho letti di indimenticabili, di quelli che dovrebbero diventare dei classici, quanto meno nel catalogo dell’editore. E ne ho visto mandare al macero in meno di 24 mesi almeno un terzo della tiratura.

Il lettore non è un consumatore diffuso, e proprio per questo, secondo me, andrebbe corteggiato. Ma raramente è un consumatore attento. I lettori forti, infatti, sanno trovare i libri che vogliono, non hanno bisogno d’aiuto, e inspiegabilmente non si scoraggiano di fronte a prezzi di copertina troppo alti. Gli altri, i lettori occasionali, o quelli che i libri li regalano, si accontentano e non fanno storie. Se poi il libro è davvero molto brutto, così brutto che se ne accorge anche il più ingenuo dei lettori, pazienza, a tutti capita di imbattersi in un libro che proprio non ci piace. Ma ce ne dimentichiamo. Non siamo fidelizzati alla casa editrice, alla sua promozione, e nemmeno all’autore. Io amo Coe, ma ricordo La pioggia prima che cada come uno dei libri che mi sono piaciuti meno degli ultimi anni. Pazienza, non per questo non leggerò più Coe. O non leggerò più Feltrinelli.

Chissà se un giorno il lettore riuscirà a essere importante, a far sentire la sua voce, a essere tenuto in considerazione non come numero. E chissà se mai la lettura, su carta o su dispositivo, sarà uno dei passatempi preferiti dagli italiani. Credo ci sia ancora un sacco di strada.

Ora esco e vado a prendere il treno per il 24° Salone del Libro.

7 commenti:

  1. Rispondo al tema con i miei ultimi acquisti: un eBook, un libro di una collana da edicola ed un remainder. Se non ti tedio ti informo anche sui titoli. :)
    In modo indiretto ti ho detto cosa penso, e cioè che so dove cercare, ho un gusto preciso, confido, nella giusta misura, negli eBook e sui best seller non sono neanche informato, davvero so pochissimo di quello che esce, non per snobismo, ma perché il mio genere (terrore e affini, non vampiri da lucro) non è proposto da quella categoria. Le case editrici potrebbero sottoporre anche qualcosa di più sottile, non è detto che la cosa porti perdite, anzi, maggior proposta, cerchia più grande! Stessa cosa per gli eBook, sarebbero da coltivare degnamente...

    RispondiElimina
  2. Credo che gli ebook siano un'invenzione commerciale che serve ad attirare soprattutto coloro che solitamente non leggono. I veri appassionati di lettura credo non abbandonerebbero mai il rumore scaturito dallo sfogliare le pagine, il giallo che si crea nei margini di un vecchio libro, l'emozione che si prova quando si esce da una libreria con un libro in mano che si ha impiegato ore a scegliere...
    Con gli ebook si può fare a gara con i propri amici a chi ne ha di più: è una questione di apparenza, servono ad essere "fighi" (un po' come l'iPhone).
    Per quanto riguarda le pubblicazioni e sponsorizzazioni delle case editrici, credo che quelle piccole possano competere con i colossi solamente se riescono a distinguersi sull'aspetto qualitativo della loro proposta: molte piccole case editrici sopravvivono perché riescono a proporre titoli di elevata qualità, seppure in una piccolissima nicchia (ad esempio, focalizzandosi su testi filosofici).

    RispondiElimina
  3. @ occhio sulle espressioni Sono curiosissima, non mi tedi affatto se mi dici i titoli!
    Io mi sono imposta anni fa, più che altro per lavoro, di sapere sempre cosa c'è in classifica e leggere anche alcuni di quei titoli. Raramente sono di mio gusto (forse per snobismo?), qualche volta mi sono imbattuta in libri che ho trovato proprio brutti, ma è interessante toccare con mano quello che più si vende in Italia.
    @ winterlude Per me leggere su carta o su un ereader è indifferente. Un libro mi emoziona per il suo contenuto, posso rinunciare senza problemi alla carta in molte situazioni (in viaggio un ereader mi alleggerisce parecchio!)
    Credo che gli ebook daranno il meglio di sé in settori diversi dalla narrativa, come la scolastica o la scientifica, settori in cui, per esempio, possono offrire la possibilità di aggiornamenti senza ristampe. Nella narrativa, immagino coesisteranno per lungo tempo versione cartacea e versione elettronica, anche per i piaceri di cui parli tu. Ma non definirei gli ebook una questione di apparenza, anzi. Forse lo saranno finché i prezzi degli ereader sono alti, ma sarà grazie agli ebook che l'offerta verrà ampliata sempre di più.
    Pubblicare (in cartaceo) libri di nicchia è controproducente nella logica di una casa editrice perché vuol dire produrre titoli con tirature molto basse e quindi condannati in partenza ad avere poca visibilità in libreria. Inoltre le case editrici piccole hanno spesso problemi di distribuzione - e anche questo va a danno della visibilità. Certe case editrici di nicchia sopravvivono perché hanno un loro pubblico che le cerca. Quindi non è una questione solo di qualità, è anche una questione di visibilità. E nel web è un po' più facile competere e farsi vedere che non nello spazio limitato di una libreria. Per questo credo che gli ebook siano una chance per molti editori e per questo io li trovo democratici. O almeno, mi piace pensare che lo diventeranno. E ne beneficeremo noi lettori, che avremo più scelta. (...forse esagero con l'ottimismo...)
    Conosco piccoli editori che la pensano come me, e mi sono confrontata con altri che invece temono la pirateria e quindi hanno paura che gli ebook finiranno con il ridimensionare ulteriormente le loro già esigue vendite in cartaceo. Tutto sta a capire come si assesterà il mercato e quali diventeranno le abitudini degli acquirenti, ma è ancora troppo presto. Però io sono contenta di vedere e vivere questa nuova rivoluzione editoriale :)

    RispondiElimina
  4. Bene. :) Il remainder è "Racconti agghiaccianti" di Meyrink, che sto leggendo ora; mi mancavano le sue opere brevi. L'acquisto in edicola è l'antologia "L'inferno degli specchi" di Edogawa Ranpo, uscito per Urania Collezione. Aspettavo da millenni una pubblicazione di suoi racconti (fino adesso c'erano solo romanzi, a parte qualche caso) e devo dire che mi hanno stregato! L'eBook è di un esordiente: "Maledette zanzare" di Simone Corà, pubblicazione di XII Edizioni, ambiente che conoscerai di certo! :)

    @winterlude: ma tu davvero conosci qualcuno che si fa "figo" con il numero di eBook posseduto? Non pensavo potessero diventare alla stregua degli amici di Facebook o di giocattoli tecnologici. Certo, immagino già qualcuno che sfoggia la sua "collezione" sul nuovo fiammante eBook reader, ma sinceramente pensavo che fosse una cosa troppo nerd, troppo inferiore per quelle menti eccelse. Oh, mica sono supercool tatuaggi!

    RispondiElimina
  5. Ho letto sul tuo blog di "Maledette zanzare", e mi ispira assai! In realtà però ammetto che l'esperto sul fronte XII Edizioni è la mia metà, è lui che mi ha iniziata (anche se involontariamente).

    RispondiElimina
  6. Spesso si parla anche di libri che diventano famosi con il passaparola. Casualmente molti di questi libri vengono pubblicati da grandi editori, hanno pile di copie nelle librerie e si trovano anche nei supermercati o da mediaworld. Gli autori vengono intervistati in radio o in televisione e hanno recensioni sui giornali nazionali.

    Il problema diventa quindi di visibilità e di distribuzione, come per qualsiasi altro prodotto.

    Io spero che l'ebook diventi davvero un formato in grado di andare a limare la distanza fra grandi e piccoli editori, in quanto permette a chiunque di avere una buona distribuzione. Inoltre attraverso la possibilità di leggere alcune pagine in anteprima, con calma e a casa, è possibile che lentamente i lettori aggiustino il tiro e diventino un po' alla volta dei consumatori consapevoli.

    RispondiElimina
  7. Ciao Luigi, io sono sostanzialmente d'accordo con te. La strada è lunga, però il mondo dell'editoria sta attraversano un mutamento strutturale, non contingente, e mi piace pensare che anche il lettore ne trarrà giovamento - per esempio, trovando facilmente tutto quello che vuole. Sì, sono un'ottimista :-)

    RispondiElimina