21.2.11

Recensione: Quando il diavolo ti accarezza


Ecco una piccola recensione in anteprima (il libro sarà in libreria da giovedì 24 febbraio).

Primo romanzo di Luca Tarenzi pubblicato da Salani (altri titoli sono già usciti per Alacran), Quando il diavolo ti accarezza prende il titolo da un modo di dire: quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima.

In copertina, oltre allo strillo “Cosa succede se il diavolo si innamora?”, c’è una frase di Francesco Dimitri: “Questo libro è una maledizione: leggete le prime due pagine, e non potrete più farne a meno finché non arrivate all’ultima. Siete avvisati”. Be’, è la verità. Almeno se amate i romanzi young adult, angeli e demoni e compagnia bella.

Ma ora basta parlare di copertina, apriamo il libro. Ci troviamo in mezzo a una lotta tra angeli e demoni, ambientata in una Milano notturna e nascosta, dove la vita ‘altra’ scorre parallela alla vita illuminata dal giorno e dalla luce artificiale.

Lena, la protagonista, si trova invischiata in cose molto ma molto più grandi di lei per l’amicizia che porta a Sofia. Proprio inseguendo l’amica sonnambula-in-trance finisce con l’imbattersi in un (bellissimo) demone appena evocato, salvarlo da un angelo e portarselo a casa. Sì, perché in questo libro ovviamente si tifa per i demoni. E sì, ovviamente Lena si innamora subito del suo (come darle torto? Oltre a essere bellissimo, è antico più del mondo, complesso e potente, sanguinario e misterioso ed è stato evocato per uccidere proprio Sofia!).

I confini tra i buoni e i cattivi sono ben sfumati, anzi, difficile dire tra umani, angeli e demoni chi appartenga all’una o all’altra categoria. Direi che tutte le creature non umane sono terribilmente attratte dall’umanità, e questo le arricchisce. C’è un Azazel inaspettatamente altruista – a volte seguire i propri interessi e la propria curiosità rischia di far passare per altruisti. C’è il nostro bellissimo demone evocato, Arioch, incredibilmente tormentato dai morsi dell’amore (ma la scrittura di Tarenzi non si fa banale nemmeno quando scrive di cose che in odore di banalità lo sono). Ma ci sono – e qui secondo me è resa al meglio la complessità del conflitto bene/male – angeli che agiscono da angeli caduti per fare il bene contro le leggi divine e che sono straziati dal loro stesso comportamento.

La storia è complessa, avvincente, ben costruita e, soprattutto, ben gestita dall’autore che segue i vari personaggi dedicando a ciascuno il giusto spazio. Tutti poi, non solo i protagonisti, hanno uno spessore che li rende vivi nelle loro peculiarità (tranne forse Cesare, ex ragazzo cocainomane di Lena, che è un conglomerato di luoghi comuni ma che non avrebbe potuto che essere così).

Per chi conosce Milano, è piacevole seguire i personaggi nei meandri sconosciuti delle vie familiari. Per chi non la conosce, è una città che si presta a essere teatro di scontri e battaglie. E questo mi porta a un altro merito di Tarenzi, la resa dei duelli: non è facile descriverli, ma lui lo fa, e bene.

Diciamo che se avete passato l’adolescenza da un pezzo e non avete voglia di farvi ancora un giro di giostra, questo romanzo non fa per voi. In caso contrario, è una lettura decisamente piacevole, che non lascia alla fine quel fastidioso senso di inutilità che possono avere certi romanzi di questo genere.


(Chiedo scusa per l'immagine della copertina, vedo di rimediarne al più presto una più dignitosa).


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