10.7.11

Intimisto, ovvero: gli illustratori del mio archivio

Continuiamo con la vena intimista. Era un po' che volevo scrivere delle illustrazioni che, senza un vero calendario, ogni tanto pubblico sul blog. Sono le illustrazioni della mia vita. A titolo diverso, ma sono tutte più che semplicemente 'belle', per me.


Partiamo dall'inizio: Munari. Uno pensa che di tutto quello che si può mettere di Munari, un'illustrazione da Mai contenti forse non rende onore al maestro. Ma quel libro, un proto libro a finestrelle, è passato di mano in mano da mia sorella, a mio fratello e poi a me. Lo adoravo. Volevo che me lo si leggesse infinite volte, non capivo cosa c'era di male a non essere mai contenti ed ero affascinata dalla forma 'circolare' della narrazione: un animale sogna di esserne un altro, questo sogna di esserne un altro ancora e così via, fino all'ultimo, che ovviamente sogna di essere il primo.

Poi c'è Richard Scarry. Ricordo ancora a memoria buona parte delle Storie di Mamma Oca (R. Scarry, Le più belle storie di Mamma Oca, Mondadori, 1986), ma la cosa più bella del libro erano i disegni. Mi perdevo nei dettagli delle illustrazioni, come quella della casa dei conigli dentro lo scarpone, sapevo cosa faceva ognuno dei personaggi raffigurati... Incredibile come, crescendo, l'approccio alle immagini nei libri diventi molto più superficiale. Quando si è bambini si sta ore a studiarle - almeno, io lo facevo!


Poi ci sono Calvin e Hobbes. Per me sono arrivati prima dei Peanuts, mi era più familiare Hobbes di Snoopy. Nelle storie del piccolo mostro disadattato che ha come migliore amico un pupazzo a tigre c'è tanta poesia, e ancor più humour (non mi viene un termine migliore). I pupazzi di neve sono i miei preferiti, ma anche i rutti di Calvin sono indimenticabili!

Lo Studio Ghibli è magico. Quando sono stata a Tokyo sono andata a visitare anche il Museo Ghibli, e ho pensato che, seriamente, da bambina avrei ucciso per essere portata in un posto simile. Ho amato molto Laputa, ma a nessun film di Miyazaki sono affezionata come a Totoro. (Tra l'altro, nel Museo Ghibli c'è un cinema, e abbiamo visto un corto su dei topolini lottatori di sumo che, anche se credo non rivedrò mai e non ho capito nulla, visto che era in giapponese, occupa un posto molto speciale nella mia memoria!)

Proprio per questa passione per Totoro ho scelto l'illustrazione di Barbieri. Era anche un modo, stupido, probabilmente, o quantomeno inadeguato, di esprimere quello che a parole non so dire su Fukushima.
Il tratto di Barbieri è inconfondibile, forse è vero che le sue figure umane sono tutte troppo simili (sono sue le copertine della Troisi), ma adoro la meticolosità delle sue illustrazioni. Guardate la copertina di Alice nel Paese della Vaporità, di Francesco Dimitri: più di Alice, mi piacciono gli ingranaggi. E il coniglio, ovvio.

Lavorando in Nord-Sud ho avuto modo di scoprire illustratori di cui prima ignoravo l'esistenza. Trovo alcuni albi di questa casa editrice davvero bellissimi. In certi casi, come per la Pacovska, ci ho messo un po' ad apprezzarla. Ero una per cui le illustrazioni, soprattutto delle fiabe 'classiche', dovevano essere altrettanto 'classiche', come quelle di Gréban, magari meno fosche. Ma quel delirio di colori, collage, la lamina argentata, il nero, l'ironia, mi hanno conquistata.
Di Giuliano Ferri mi ha conquistato definitivamente un albo - che non sono sicura sia già uscito - che ha per protagonista una lucciola: la storia è tenera, e i colori sono superlativi. Un po' melanconici, ma ci sta.

Ungerer, che firma albi un po' troppo 'grigi', è un pazzo e come tale lo amo. Gli hanno dedicato un museo, e se lo merita. Passa dai libri per bambini alle illustrazioni pornografiche, ed è un personaggio davvero notevole. Ispirato al suo albo forse più famoso, I tre briganti, è stato realizzato un film per bambini, Tiffany e i tre briganti, che secondo me merita - anche per la colonna sonora.




La Boynton, portata recentemente in Italia da Ape Junior, è vivace, allegra, solare, divertente. Le sue mucche hanno vinto tutto!



Della Dautremer ho già parlato (chissà quando esce il suo Alice... mi sa che me lo compro in Francia!), e di Blake, che altro c'è da dire se non che illustra i libri di Roald Dahl? Le mie illustrazioni preferite sono quelle di Matilde, ma forse perché Matilde è anche la mia storia preferita. Non riesco a scindere testo e immagine!

Non capisco chi pensa che le illustrazioni siano cose da bambini. Io rimpiango l'occhio con cui le 'divoravo' da piccola, e continuo a pensare che i libri illustrati non siano solo 'per piccoli'. Anzi, in certi casi mi chiedo se i bambini sappiano cogliere l'ironia... Ma ne riparlo prossimamente!

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