4.4.11

Recensione: "La città di Adamo" di Giorgio Nisini

Voglio scrivere questa recensione da prima di partire per Londra. Forse ho fatto passare un po' troppo tempo, ma eccomi qua a parlare di Giorgio Nisini, La città di Adamo, candidato Fazi allo Strega.
Il libro è scritto in prima persona dal protagonista, Marcello Vinciguerra, che gestisce con successo l'impresa agricola ereditata dal padre Vittorio. Sposato con Ludovica, proprietaria di un'enorme negozio di mobili di design, inizia ad allontanarsi da lei e da tutta la sua vita quando vede in televisione, durante un servizio, una ripresa di tanti anni prima di sé bambino insieme al padre a Eurano, cittadina camorristica voluta dal potente e visionario boss Adamo Pastorelli. Marcello, turbato, viene assalito da infiniti dubbi sull'onestà e la rettitudine del padre e comincia a indagare su possibili legami con la camorra.
La trama, sostanzialmente, è tutta qui. Certo, c'è spazio anche per il rapporto con la moglie, ma non è mai davvero esplorato, è più un susseguirsi di dati di fatto a volto piuttosto improbabili.
Il romanzo è chiuso, un po' asfittico. Qua e là affiorano riferimenti a oggetti di desgin (ciascuna delle 5 parti in cui è diviso il libro ha come 'sottotitolo' un particolare oggetto), qua e là l'autore fa sfoggio in modo un po' troppo pedante e un po' troppo didascalico della propria cultura, come quando parla dell'intervista di Emmer a Fellini (che dovrebbe essere una cosa che viene in mente al protagonista, ma somiglia più a una paginetta informativa) oppure in passi tipo:

Tante volte mi ero chiesto perché i genitori di Brenno Fontana lo avessero chiamato così, come il celebre capo dei Galli Senoni che saccheggiò Roma nel quarto secolo avanti Cristo. Era una cosa davvero curiosa, e non tanto perché quel condottiero barbaro era stato un nemico dei nostri antenati...

Certi punti di questo paragrafo mi ricordano le ricerche che si fanno alle medie. E per di più la ragione non viene spiegata (si millanta un riferimento a un nome inciso in un monumento ai caduti, il barbaro non c'entra nulla!)

L'apice dello sfoggio di cultura per me lo si raggiunge a p. 198, quando Marcello, chiedendosi da dove mai possano venire due nomi scritti dietro una vecchia fotografia del padre, Harris e George, passa dall'etimologia dei due nomi al dizionario di cinema e quindi a Internet e George Harris, "l'attore britannico diventato famoso negli anni Ottanta grazie a piccoli ruoli in film di enorme successo" - e naturalmente non manca l'elenco dei titoli di questi film!

La lettura mi ha in qualche modo ricordato alcuni quadri in stile De Chirico, privi di quel senso di malinconia che li rende umani. O Gli indifferenti di Moravia, ma senza quella forza e quel senso di caduta.
È un romanzo a cui manca qualcosa per andare oltre l'esercizio estetico. E temo che quello che manca sia la vita, e in un romanzo che indaga un personaggio e le sue relazioni, non è una mancanza da poco.

1 commento:

  1. Vorremmo segnalare che Giorgio Nisini sarà ospite il 7 giugno a partire dalle 19:00, nei locali di Spazio 5, in via Crescenzio 99/c, per l'inaugurazione della mostra fotografica Vita Da Strega. Evento che ripercorre e celebra, attraverso le foto inedite dell'Archivio Riccardi la storia della manifestazione: i suoi autori, i suoi vincitori. Oltre Nisini, saranno presenti per raccontare il premio e i suoi retroscena Roperto Ippolito, giornalista e scrittore, Stefano Petrocchi e Giovanni Greco, finalista 2012 con il suo Malacrianza.

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