27.2.11

Ebook - 2. La promozione

Dicevo che l’editoria sta cominciando a invecchiare. Certo, è un’impressione molto personale, determinata probabilmente da quello che mi aspetto succeda nei prossimi anni e dalla conoscenza che ho dello stato attuale dell'editoria libraria italiana e della promozione del libro. Promozione che si rivolge in larga parte al libraio. E non potrebbe che essere così: il primo cliente delle case editrici, generalmente, è il libraio. Convincerlo della bontà di una pubblicazione (che spesso vuol dire: convincerlo della bontà dell’ingente campagna marketing che si ha intenzione di attuare) significa assicurarsi ordini di tutto rispetto, ovvero le tanto agognate pile di volumi, che si traducono in notevole visibilità sul punto vendita. (Questa cosa della visibilità in libreria fino a poco tempo fa mi faceva pensare che, di fondo, gli editori considerino i lettori degli sprovveduti, qualcuno che entra in libreria in cerca o di un libro da regalare o dell’ultimo bestseller alla moda, qualcuno che quindi si lascia incantare dal banco Novità. Ultimamente però mi sono resa conto che non è esattamente così: se in libreria entra un lettore forte, punterà sicuramente a qualche libro in particolare ma probabilmente darà un’occhiata anche ai nuovi arrivi. Se in libreria entra un “devo fare un regalo” si fermerà quasi sicuramente davanti alla pila più alta di hardcover).

La notevole visibilità in genere paga, e non importa se si è investito in un romanzo poco più che mediocre: se ha gli ingredienti giusti, il palato dei lettori sarà soddisfatto. In ogni caso, l’importante è che il fenomeno duri a sufficienza, che il titolo magari arrivi in classifica o comunque si riescano a fare un paio di ristampe, e poi fine.

Il lettore insoddisfatto non se la prende mai con la casa editrice anzi, a volte non ricorda nemmeno la casa editrice che ha pubblicato quel dato libro che l’ha deluso. Se proprio, sono gli autori a fidelizzare il lettore, non le case editrici. Ed è giusto che sia così: io leggo un dato autore, non un dato editore.

Insomma, se il libro su cui l’editore decide di investire funziona, sono tutti contenti: editori e librai in primis, perché il ruolo del lettore è quello dell’acquirente finale, non dell’interlocutore principale. Questo ruolo, in questo meccanismo brevissimamente descritto, è quello del libraio. E non c’è niente di male. Solo che da un po’ mi pare che le cose stiano cambiando. Da prima che si cominciasse a parlare assiduamente di ebook, ma la loro crescita non può che accelerare il processo.

Giusto per non usare espressioni idiomatiche, con l’avvento del web 2.0 l’opinione pubblica ha scoperto un nuovo canale di comunicazione e le aziende, almeno alcune, hanno imparato a sondare i loro clienti, a conoscerli, a sospettare che giudizi negativi in rete avrebbero avuto molta più risonanza rispetto a giudizio negativi espressi in canali più tradizionali… Quanti editori in questi anni hanno imparato ad ascoltare di più i loro lettori? Lettori che nel frattempo recensiscono e discutono un po’ dappertutto. Ora, scrivere qualche recensione su aNobii non fa di nessuno una voce particolarmente autorevole, però forse vale la pena vedere i commenti che i propri libri ricevono, e che spesso – per fortuna – vanno oltre il “Mi è piaciuto” “Non mi è piaciuto” ma argomentano, toccando punti diversi e interessanti che vanno dal livello della traduzione ai refusi, dagli errori di logica lasciati nel testo ai giudizi sulla copertina.

Generalmente le case editrici non rispondono personalmente agli aspiranti autori – e questo lo posso capire. Ma spesso non rispondono nemmeno ai lettori: non cercano il confronto e il contatto diretto, sembrano dimenticare che è grazie al lettore che vivono, che il lettore è, a tutti gli effetti, il loro cliente finale. Ora mi chiedo, con la progressiva diffusione degli ebook, non sarebbe il caso di cambiare atteggiamento? Certo, le case editrici continueranno a non fidelizzare il lettore, compito che resterà dell’autore, ma al di là delle varie piattaforme di distribuzione online degli ebook, il rapporto editore/lettore sarà diretto. E allora, come si evolverà il marketing editoriale? Forse uno scambio più stretto tra chi i libri li pubblica e chi i libri li legge potrebbe tradursi in un efficace strumento di promozione. Più efficace di un cartello sagomato in una libreria. E anche di qualche recensione autorevole e ben piazzata.


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