12.9.11

La mia più bella storia d'amore

Oggi per me è un giorno speciale e vorrei celebrarlo con una storia presa dalla mitologia greca, proprio come due anni fa. Per me è una delle più belle storie d'amore.
La storia di Filemone e Bauci, raccontata da Ovidio nel Libro VIII delle Metamorfosi, racconta di quando Giove e Mercurio scesero sulla terra per rendersi conto di come si comportavano gli uomini. Travestiti da viandanti, bussarono a tutte le porte della Frigia chiedendo ospitalità, ma nessuno li accolse. Giunti infine a una povera capanna, vennero accolti da due vecchi sposi, Filemone e Bauci. Racconta il poeta:

A mille case bussarono, in cerca di un luogo per riposare;
mille case sprangarono la porta. Una sola infine li accolse:
piccola, piccola, con un tetto di paglia e di canne palustri,
ma lì, uniti sin dalla loro giovinezza, vivevano
Bauci, una pia vecchietta, e Filemone, della stessa età,
che in quella capanna erano invecchiati, alleviando la povertà
con l'animo sereno di chi non si vergogna di sopportarla.
Non ha senso chiedersi chi è il padrone o il servitore: la famiglia
è tutta lì, loro due; comandano ed eseguono tutti e due.
Quando i celesti, arrivati a questa povera casa,
entrarono chinando il capo per l'angustia della porta,
il vecchio li invitò ad accomodarsi, accostando una panca,
sulla quale Bauci stese con premura un ruvido panno; lei,
poi, smosse sul focolare la cenere tiepida, ravvivò
il fuoco del giorno avanti, alimentandolo con foglie e corteccia,
e ne fece scaturire fiamme con quel poco fiato che aveva.
Da un ripostiglio trasse scaglie di legno e rametti secchi,
li spezzettò e li pose sotto un piccolo paiolo;
spiccò le foglie ai legumi raccolti dal marito
nell'orto bene irrigato, mentre lui con un forcone staccava
la spalla affumicata di un suino appesa a una trave annerita:
di quella spalla a lungo conservata taglia una porzione
sottile, che pone a lessare nell'acqua bollente.

Filemone e Bauci accolgono dunque i due viandanti e, senza esitazione, offrono loro le loro scarse riserve di cibo. Ma quello che mi commuove nella storia arriva dopo. Gli dei, infatti, che sono notoriamente vendicativi, pensano bene di radere al suolo il resto della città per punire gli abitanti che non li avevano accolti. Tutto viene sommerso da una palude tranne la povera capanna, che viene mutata in tempio. A questo punto, Giove si rivolge ai due vecchi sposi:

"O buon vecchio e tu, donna degna del tuo buon marito,
esprimete un desiderio". Consultatosi un po' con Bauci,
Filemone partecipa agli dei la loro scelta:
"Chiediamo d'essere sacerdoti e di custodire il vostro tempio;
e poiché in dolce armonia abbiamo trascorso i nostri anni,
vorremmo andarcene nello stesso istante, ch'io mai non veda
la tomba di mia moglie e mai lei debba seppellirmi".

Ecco, io trovo bellissimo il desiderio che i due esprimono. Ch'io mai non veda la tomba di mia moglie e mai lei debba seppellirmi.
Gli dei comunque fanno ben di più (e se no la storia di Bauci e Filemone non sarebbe nelle Metamorfosi):

Il desiderio fu esaudito: finché ebbero vita,
custodirono il tempio. Ma un giorno mentre, sfiniti dallo scorrere
degli anni, stavano davanti alla sacra gradinata, narrando
la storia del luogo, Bauci vide Filemone coprirsi
di fronde e il vecchio Filemone coprirsene Bauci.
E ancora, quando la cima raggiunse il loro volto,
fra loro, finché poterono, continuarono a parlare: "Addio,
amore mio", dissero insieme e insieme la corteccia come un velo
suggellò la loro bocca. Ancor oggi gli abitanti della Frigia
mostrano l'uno accanto all'altro quei tronchi nati dai loro corpi.

Ecco, per me non c'è Romeo e Giulietta che tenga di fronte a Filemone e Bauci.

Traduzione: http://www.miti3000.it/mito/biblio/ovidio/metamorfosi/ottavo.htm

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