4.5.11

Recensione: "Guida galattica per gli autostoppisti" di D. Adams

«Io sono un tipo che pensa a ruota libera. Mi viene l'idea di fare una cosa e mi dico, be', perché no? E la faccio. Mi viene in mente di diventare presidente della Galassia, e lo divento subito, facilmente. Decido di rubare questa nave, e lo faccio. Decido di cercare Magrathea, e lo faccio. Sì, calcolo sempre il modo migliore per riuscire a ottenere quello che mi propongo, ma riesco immancabilmente ad avere successo. È come avere una carta di credito galattica che continua a essere valida anche se non firmi mai gli assegni. Poi, tutte le volte che mi fermo a pensare al perché ho fatto una cosa, al come sono riuscito a escogitare il modo di farla, mi viene soltanto il terribile desiderio di smettere di pensarci».
(D. Adams, Guida galattica per gli autostoppisti, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, 1999, p. 144)

Ecco, con un passaggio così questo libro non poteva che piacermi. Ho amato molto, devo dire, anche l'hooloovoo, una sfumatura super-intelligente del colore azzurro. O le poesie dei vogon (che occupano il terzo posto nell'elenco del peggior tipo di poesie dell'universo). Anche i pesci Babele hanno il loro perché (ed è "così bizzarramente improbabile che una cosa straordinariamente utile come il pesce Babele si sia evoluta per puro caso, che alcuni pensatori sono arrivati a vedere in ciò la prova finale e lampante della non-esistenza di Dio") . Poi c'è la Propulsione d'Improbabilità Infinita, che francamente non mi è ancora chiaro come funziona nonostante sia stata inventata da uno studente che spazzava un laboratorio dopo una festa particolarmente mal riuscita. C'è Marvin, un robot depresso con un ruolo secondario ma neanche tanto. L'astronave Cuore d'oro. La Terra, distrutta. E la risposta alla "grande domanda sulla vita, sull'universo e su tutto!"

La Guida è un romanzo demenziale, nel senso migliore del termine. Sconclusionato (aiuta il fatto che il libro nasca dalla trascrizione di racconti mandati in onda via radio dalla BBC: ogni tanto la narrazione è un po' disomogenea), forse anche un po' datato (è stato scritto nel 1979), ma straripante di humour (british, ma non solo). Io ho trovato alcuni brani così divertenti e brillanti da sentire il bisogno di condividerli con chiunque fosse vicino a me, leggendoglieli ad alta voce. Però capisco che possa deludere chi cerca un romanzo divertente, scaccia pensieri e ricco di suspence ("lo stress e la tensione nervosa sono oggi seri problemi sociali in tutte le parti della Galassia, ed è perché questa situazione non s'inasprisca che i fatti successivi verranno rilevati in anticipo"), così come chi cerca un romanzo di fantascienza. Sì, è vero, si bighellona tra pianeti su un'astronave. Sì, è vero, ci sono trovate esilaranti. Ma questo non è un libro per tutti: penso sia facile abbandonarlo in fretta, anche un po' infastiditi. Ma se per caso è il libro per voi, o lo leggete nel momento giusto (come è successo a me), vi regalerà grandi soddisfazioni e grasse risate.
E dopo un libro così non guarderete più i topi con gli stessi occhi.

3 commenti:

  1. Ciao,
    scoperto questo blog "pulito" e curato, appassionato e con un'impronta professionale. È uno stile che mi piace! :)
    Mi aggiungo ai friends e ti seguo!

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  2. Benvenuto, Occhio, e grazie! Sono andata a curiosare nel tuo blog, e devo davvero farti i complimenti. Ma dove le scovi, certe cose? ;)

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